Il tartufo nelle terre ferraresi da opportunità a risorsa il tema dell’incontro, promosso da Arci Tartufi Ferrara, con l’intento di valorizzare il tartufo nella provincia di Ferrara. Relatore: Dr. Riccardo Baroni

All’interno del nutrito programma della 76^ Antica Fiera di Migliarino (FE) che è in svolgimento fino al 3 settembre, Sabato 31 agosto, all’interno delle sale del Centro di Documentazione del trotto e del cavallo, a cura dell’ Arci Tartufi Ferrara, si è tenuto il convegno dal titolo:

Il tartufo nelle terre ferraresi da opportunità a risorsa

Al nostro arrivo ci accoglie il Presidente dell’Associazione Arci Tartufi Ferrara, Antonio Marchetti; ci racconta che il territorio della provincia di Ferrara è naturalmente votato alla produzione del tartufo grazie alla sua formazione alluvionale e che di questa ricchezza del territorio c’è già traccia in documenti che risalgono al 1700.

Si parla quindi di una produzione naturale e tradizionale non solo fuori dalla città di Ferrara ma anche all’interno delle mura, nei parchi e nei viali. In provincia è già conosciuta la produzione che viene dal Bosco della Panfilia di Sant’Agostino dove, oltre a specie rare di funghi, si trova anche il preziosissimo e ricercatissimo tartufo bianco. Nella provincia di Ferrara, si possono trovare almeno quattro tipologie di tartufo: Bianco Pregiato, il Marzuolo, lo Scorzone o Aestivium e la varietà autunnale Uncinatum che sono ottimamente descritte nel sito dell’Associazione.

Il tartufo nelle terre ferraresi il convegno locandina

Il tartufo nelle terre ferraresi – Il Relatore dr Riccardo Baroni

Il Dr. Riccardo Baroni è agronomo con grande esperienza visto che già la sua tesi di laurea era incentrata sulla produzione di tartufo e sulla implementazione della produzione di tartufaie. In seguito, ha proseguito il suo percorso con un assegno di ricerca presso le Università di Siena e di Bologna fino ad oggi in cui, nella sua professione, si occupa di realizzazione, progettazione, consulenze per ciò che concerne tartufaie coltivate e controllate.

Grazie alla sua gentile disponibilità, gli chiediamo: cosa possiamo dire del tartufo nella provincia di Ferrara?

“La provincia di Ferrara è sicuramente uno dei territori, in Italia, più vocati alla produzione del tartufo. Purtroppo, le produzioni di inizio secolo scorso sono state un po’ falcidiate da molti fattori come, ad esempio, l’abbattimento di molti alberi nelle nostre campagne. Basta pensare che, negli anni ’20 del secolo scorso, più del 50% della produzione di tartufo dell’Emilia Romagna, veniva dalla nostra provincia. Oggi, la produzione spontanea è considerata quasi marginale. Nonostante tutto, però, rimane la vocazionalità del terreno e del territorio quindi, se si ricreano gli habitat, se si rimettono a dimora le piante in impianti adeguati, il potenziale è ancora molto alto”.

Riccardo Baroni convegno sul tartufo

Il tartufo nelle terre ferraresi una nuova risorsa

Quali piante possono essere adatte alla produzione del tartufo e cosa occorre tenere in considerazione se si vuole dare il via alla produzione del tartufo?

“Tutte le famiglie delle querce. Per ciò che concerne il tartufo bianco che non è coltivabile, pioppo, salice, tiglio. Per quello che riguarda le specie coltivabili, la pianta principe è la Roverella.

Importante è sottolineare che, come sempre, prima di iniziare occorre conoscere quindi occorre fare uno studio accurato di quelle che sono le condizioni affinchè una piantumazione abbia successo. L’odierna tartuficoltura si basa su tre pilastri: le buone piante, le buone tecniche di coltivazione e la scelta dell’ambiente idoneo. Seppur è vero che l’habit della provincia di Ferrara è un ottimo ambiente essendo di origine alluvionale, è altresì vero che ci possono essere alcuni spot di terreno in cui è sconsigliabile avventurarsi in una piantumazione.

L’analisi del suolo, delle caratteristiche climatiche, della potenzialità di irrigare e molti al tri fattori sono da tener in conto prima di avventurarsi in una piantumazione in quanto, la mancanza o la carenza di alcuni di questi fattori, fanno calare drasticamente la possibilità di successo”.