Carlo Paganini e la sua passione: scrivere per trasmettere alle nuove generazioni la storia locale come fonte delle proprie radici. 5 libri già editi ed il 6°, che avrà per titolo: “Si allargano gli orizzonti”, in uscita.
Carlo Paganini e la tradizione storica locale perché il ricordo è doveroso. La memoria di luoghi ed avvenimenti di un territorio, è un bene comune da non disperdere. Proprio per questo, Carlo Paganini, mettendo in campo la sua passione per la scrittura, da anni si dedica con determinazione e passione a raccogliere e documentare la storia, gli usi e le tradizioni del territorio in cui vive.
Il racconto dei fatti e dei personaggi risulta avvincente nell’inoltrarsi nella lettura dei suoi 5 libri già editi. Le informazioni in essi contenute sono sicuramente in grado di trasmettere a chi legge gli echi di un tempo che fu.
Ora è alle prese con la stesura del suo sesto libro che s’intitolerà: “Si allargano gli orizzonti” e, nel parlare con Lui, riusciamo a farci anticipare che sarà una raccolta di personaggi che hanno lasciato una traccia evidente del loro vivere nei loro territori. Parliamo di personaggi che hanno avuto cariche e ruoli importanti in vari settori, da quello aziendale, a quello artistico, da quello agricolo a quello industriale e turistico.
L’Intervista a Carlo Paganini e la tradizione storica locale
Accolti confortevolmente nella sua casa di Migliarino (FE) intervistiamo Carlo Paganini e la prima domanda che gli poniamo è:
La passione di scrivere di territorio quando le è nata?
“Nonostante io sia solo un modesto perito agrario, ho un fratello che ha scritto un libro che è stato stampato nel 2016. Forte di questa sua esperienza, mi sono detto che avrei potuto scrivere anch’io e, così, mi sono cimentato nel mio primo libro che descriveva il territorio. La mia passione è cresciuta di pari passo all’andare avanti di questo lavoro e di quelli successivi”.
Quali sono gli aspetti del territorio che ama maggiormente descrivere?
“Mi appassiona tantissimo poter lasciare una memoria storica del passato non solo per chi quel passato lo ha vissuto ma con l’intento di lasciare traccia alle nuove generazioni in modo che possano comprendere le loro radici. Ho vissuto personalmente vicende che i giovani fanno persin fatica ad immaginare”.
Una memoria storica locale da lasciare ai giovani
Vuole raccontarci qualcosa di queste vicende?
“Posso sicuramente parlare, ad esempio, della mia storia. Negli anni ’50 del 1900, c’era tanta povertà. Io abitavo a Pontelangorino (FE) e mio papà era un semplice bracciante che doveva aspettare la chiamata per poter lavorare. L’allora ufficio di collocamento, a richiesta dei latifondisti, assoldava la manovalanza per poter lavorare magari una settimana o due, di tanto in tanto; era il famoso ‘lavoro a giornate’. Era un periodo veramente difficile per guadagnare abbastanza per mantenere la famiglia. Nonostante tutto, però, i miei genitori hanno fortemente voluto che noi figli potessimo studiare e, con mille sacrifici, sono riusciti ad farsì che mio fratello diventasse Maestro ed io, che non ero sicuramente uno studente modello, mi diplomassi in Perito Agrario”.
Viste le difficoltà dell’epoca, cosa successe in seguito?
“Negli anni ’60 ci fu l’epoca del MI-GE-TO, come si diceva allora. Ci fu un grande esodo verso le capitali di quello che allora era il triangolo industriale, Milano-Genova-Torino, dove era più facile trovare lavoro. Molti dei miei zii erano già emigrati a Fara Novarese e, quando hanno detto a mio papà che c’era un caseificio che cercava operai, anche la mia famiglia è emigrata in Piemonte. Mio fratello Sergio è andato ad insegnare all’Enaoli (Ente Nazionale Orfani Lavoratori Italiani) di Saint-Vincent in Valle d’Aosta mentre io, che ero più giovane, ho ultimato là la scuola di Perito Agrario. Mia sorella Milena ha seguito la famiglia ed ancor oggi vive in Piemonte, a Massazza vicino e Biella, vicino ai suoi figli e nipoti”.
Lavoro, Famiglia e tanta voglia di scrivere
Quale è il ricordo più bello di quegli anni?
“Sicuramente l’incontro nel 1962 con Gelsomina Casotto, anche lei immigrata da Padova, che è poi diventata mia moglie e che, ancora oggi, dopo 60 anni mi ‘sopporta’. Dopo il diploma, mettendo a frutto la mia capacità innata di creare ottime relazioni con gli altri, ho iniziato a lavorare come agente rappresentante di una azienda. Fu così che ci spostammo a Savigliano (CN) dove siamo stati benissimo ed abbiamo intessuto molti rapporti di vera amicizia. Poi, sempre seguendo la mia carriera, arrivò il momento di tornare in Emila; prima ad Argenta e poi a Migliarino dove abbiamo costruito casa e dove abitiamo tuttora. Negli anni la mia famiglia è cresciuta ed oggi, con soddisfazione, posso dire di essere sereno attorniato dall’amore di mia moglie, dei miei figli e dei miei nipoti. In questo contesto posso dedicarmi serenamente alla mia passione: scrivere i miei libri”.